Macchine utensili: ordini in crescita del +8,5% nel primo trimestre 2025, trainati dal mercato interno (+71,5%), in calo l’estero (-18,2%)

Secondo UCIMU, nel primo trimestre 2025 cresce del +8,5% l’ordine delle macchine utensili: la domanda interna registra un +71,5% mentre l’export cala a -18,2%. Ancora poche le risorse impiegate per Transizione 5.0. È necessaria una politica industriale più efficace da parte del Governo.

Nel primo trimestre del 2025 l’industria italiana delle macchine utensili registra un segnale positivo. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU-Sistemi per Produrre, l’indice totale degli ordini ha segnato una crescita dell’8,5% rispetto allo stesso periodo del 2024, raggiungendo un valore assoluto di 84,5 (base 100 nel 2021).
L’incremento è dovuto esclusivamente alla forte ripresa del mercato interno, che ha mostrato un andamento in netto contrasto rispetto al mercato estero, ancora in difficoltà.

Cresce la domanda interna di macchine utensili: +71,5%

Nel dettaglio, gli ordini domestici di macchine utensili sono cresciuti del 71,5% su base annua, con un indice che si è attestato a 94,5. Un dato che evidenzia la vivacità del comparto produttivo italiano, sostenuto anche dalle politiche di incentivazione alla digitalizzazione e sostenibilità industriale, come Transizione 5.0.
“Per il terzo trimestre consecutivo, la raccolta di commesse in Italia ha registrato segno più” ha dichiarato Riccardo Rosa, presidente di UCIMU-Sistemi per Produrre. “Il 2025 si apre con un incremento della raccolta ordini. Una buona notizia, questa, che dimostra, dopo un 2024 decisamente complicato, che le prospettive di breve-medio periodo possono essere migliori rispetto al recente passato”.
Il presidente Rosa ha inoltre sottolineato che “i chiarimenti relativi al funzionamento del provvedimento Transizione 5.0 hanno evidentemente sortito i loro effetti”: molte aziende, compresi gli aspetti tecnici e superate le incertezze iniziali, hanno avviato investimenti in sistemi produttivi digitali e sostenibili, traducendo le intenzioni in ordini effettivi.
Un chiaro segnale in questa direzione arriva anche da LAMIERA 2025, la fiera di riferimento per il settore che aprirà il 6 maggio a Fieramilano Rho: gli spazi espositivi risultano sold-out, confermando l’interesse delle imprese verso l’innovazione tecnologica applicata alla produzione.

Transizione 5.0: ancora poche risorse impiegate, serve una revisione

Nonostante l’interesse crescente, ad oggi è stato utilizzato solo l’11% delle risorse disponibili per Transizione 5.0 (circa 600 milioni su 6,3 miliardi di euro stanziati). Un dato che evidenzia come la misura, così com’è, non sia risultata pienamente efficace o facilmente accessibile per le imprese.
“Quando un provvedimento è di semplice utilizzo, il mercato lo recepisce facilmente: questo è accaduto per la politica 4.0” ha spiegato Rosa, sottolineando l’urgenza di semplificare e rendere operative le nuove agevolazioni, soprattutto in vista della prenotazione del credito d’imposta 4.0, attesa ancora da gennaio.
Secondo UCIMU, se le aziende avessero visibilità sulla reale disponibilità del fondo da 2,2 miliardi di euro per Industria 4.0, la domanda interna potrebbe accelerare ulteriormente nel prossimo trimestre. Tuttavia, senza una tempestiva attuazione delle misure, “l’effetto positivo potrebbe svanire, poiché le aziende non avranno il tempo necessario a produrre”.
Per questo motivo, Rosa propone di valutare la possibilità – anche a livello europeo – di recuperare e riallocare le risorse non spese per misure simili a quelle del 4.0 e 5.0, rendendole disponibili nel triennio 2026-2028.

Export in calo: -18,2%. Si guarda a nuovi mercati come India e Messico

Di segno opposto l’andamento degli ordini esteri, che segnano una flessione del 18,2% rispetto al primo trimestre 2024. L’indice si ferma a 74,4, confermando la difficoltà del settore sui mercati internazionali.
“Il contesto nel quale ci troviamo a operare desta molte preoccupazioni soprattutto sul fronte estero” ha commentato Rosa. “Come imprenditori, dobbiamo lavorare per diversificare i mercati di destinazione”.
Gli Stati Uniti si confermano come primo mercato per il made in Italy delle macchine utensili, seguiti da Germania, Cina, Francia e Turchia. Ma l’attenzione si sposta anche verso aree emergenti come India, Messico e Sud America, dove UCIMU sta già sviluppando iniziative di supporto per le imprese associate: tra queste, l’Oficina Italiana de Promoción México, il Desk India a Mumbai, il Desk Cina a Pechino, e le reti ITC e IMT in India e Vietnam. In programma anche missioni conoscitive nei Balcani, strategiche per il futuro dell’export italiano.

Un appello al Governo per una politica industriale efficace

Rosa ha infine lanciato un appello alle istituzioni affinché supportino una politica industriale efficace e coerente, capace di sostenere la competitività del manifatturiero italiano in un contesto globale sempre più complesso.
“Chiediamo che in Europa si facciano portavoce della necessità di una Unione forte e determinata ad aprire un dialogo serio con l’amministrazione americana, a beneficio del commercio internazionale e della sicurezza globale”.

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a cura di Maria Bonaria Mereu