INGENIUM, lo studio realizzato dal Centro Studi Confindustria e Federmacchine, evidenzia che i mercati avanzati ed emergenti rappresentino un alto potenziale sfruttabile per l’esportazione dei macchinari italiani ACT. Tuttavia, è necessario destinare maggiori risorse a investimenti produttivi e digitalizzazione.
Secondo quanto riportato dall’ultimo rapporto INGENIUM, realizzato dal Centro Studi Confindustria e Federmacchine, il valore dell’esportazione mondiale dei macchinari italiani ACT, che si distinguono per l’alta intensità di automazione, creatività e tecnologia, vale 32,1 miliardi di euro, e ha un grande potenziale di crescita stimato in 8 miliardi. Lo studio è stato presentato il21 gennaio presso la sede di Federmacchine.
Mercati avanzati ed emergenti, un alto potenziale sfruttabile
Il valore delle esportazioni di macchinari italiani ACT nel mondo può essere diviso per mercati di destinazione: avanzati ed emergenti.
I mercati avanzati assorbono 21,6 miliardi di euro, mentre in quelli emergenti il valore delle esportazioni è più limitato e registra 10,5 miliardi. Le Americhe registrano la crescita maggiore, con il Messico primo mercato di sbocco. Il potenziale aggiuntivo si distribuisce piuttosto equamente tra mercati avanzati (4,6 miliardi) ed emergenti (3,3 miliardi), suggerendo alle imprese di accrescere le loro quote di mercato in entrambi.
Nei mercati avanzati si distinguono:
- Stati Uniti (+760 milioni)
- Germania e Francia (+470 milioni ciascuno).
Tra i mercati emergenti spiccano:
- Cina (+760 milioni)
- India (+472 milioni)
- Turchia (+364 milioni).
Destinare risorse a investimenti produttivi e predisporre incentivi per le imprese
Il potenziale di crescita dell’export di macchinari italiani ACT può essere realizzato solo attraverso uno sforzo comune e coordinato tra imprese e istituzioni che insieme devono favorire un rafforzamento del sistema produttivo italiano e della sua competitività. Da un lato le imprese sono chiamate a destinare maggiori risorse a investimenti produttivi, dall’altro le istituzioni dovrebbero predisporre degli incentivi a favore delle imprese che intendono reinvestire i propri utili per l’acquisto di beni strumentali.
Investire di più in digitalizzazione e intelligenza artificiale
La digitalizzazione è un elemento chiave fondamentale che necessita di maggiori investimenti da parte delle imprese italiane produttrici di macchinari ACT non solo per restare competitive nelle nuove tecnologie, ma anche per integrare l’intelligenza artificiale nelle industrie esistenti, in modo che possano restare all’avanguardia nei decenni futuri. Nel 2023, il mercato italiano dell’intelligenza artificiale è cresciuto però solo del 52%, raggiungendo 760 milioni di euro. Il gap rispetto a USA e Cina resta significativo. Con solo il 5% degli investimenti rispetto a quelli statunitensi, l’Europa è in ritardo e l’Italia fatica soprattutto tra le PMI: solo il 18% ha avviato progetti di IA contro il 61% delle grandi imprese.
Accesso preferenziale a mercati strategici
In un panorama economico sempre più caratterizzato da elementi di incertezza quali rincari energetici e conflitti, è importante per le imprese italiane di macchinari ACT rafforzare gli accordi commerciali di libero scambio con i paesi dell’Unione europea che rappresentano un importante sbocco per le vendite di macchinari ACT. Ma non solo, è importante anche finalizzare nuovi accordi, come quello con il Mercosur per ottenere ulteriore accesso preferenziale a mercati strategici. Infine è necessario individuare ambiti di collaborazione avanzata con gli Stati Uniti, anche per fronteggiare la concorrenza di blocchi commerciali integrati come il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) in Asia.
Lo studio INGENIUM è disponibile qui
a cura di Maria Bonaria Mereu
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