Secondo i dati di Centro Studi di UCIMU e del Oxford Economics, a un 2024 difficile per l’industria italiana della macchina utensile seguirà una forte capacità di ripresa nel 2025
Durante la conferenza stampa di presentazione della 34ma edizione di BI-MU, svoltasi stamattina presso la sede de Il Sole24Ore, sono stati presentati i dati 2024 relativi all’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione a cura del Centro Studi di UCIMU e le previsioni di andamento della domanda mondiale di macchine utensili, per il biennio 2024-2026, elaborate da Oxford Economics.
Ne è emerso un quadro caratterizzato dal segno negativo soprattutto se paragonato ai dati del 2023.
Il 2024 cala la domanda della macchina utensile
Il 2024, infatti, si è aperto sotto il segno negativo per l’industria italiana della macchina utensile manifestando un trend opposto rispetto all’andamento degli ultimi anni. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi di UCIMU anche la fine dell’anno sarà contrassegnata dal segno negativo con la produzione dei costruttori di macchinari in calo del 6,2% a quota 7,14 miliardi di euro. Nonostante le previsioni indichino l’export in crescita del 4,4% rispetto al 2023, ciò non servirà a riportare in positivo il dato di produzione. Tra le cause determinanti pesa sicuramente la debolezza della domanda interna ridotta al 25,9%, che riguarda sia le consegne dei costruttori italiani sul mercato interno (-19,5%) sia le importazioni (-34,8%).
Previsioni 2024-2026 Oxford Economics per l’industria mondiale di macchine utensili
Il crollo della domanda nazionale di macchine utensili si inserisce in uno scenario più ampio che riguarda il calo della domanda mondiale di macchine utensili che a fine 2024, secondo i dati forniti da Oxford Economics, si attesterà al 6,4%.
Nel 2024 la domanda asiatica di sistemi di produzione raggiungerà l’1,7% in più rispetto al dato dell’anno precedente. Per le Americhe e per l’Europa si prospetta invece un arretramento: un calo del consumo, del 14% e del 14,8%.
Le previsioni di settore per il 2025 fanno ben sperare, infatti, è atteso un incremento del consumo dell’8%. Il trend positivo dovrebbe poi proseguire anche nel 2026 quando l’incremento dovrebbe essere del 6,7%.
Più nello specifico, nel 2025, i paesi asiatici incrementeranno gli investimenti in nuove tecnologie di produzione e il consumo crescerà del 6,5% in più rispetto al 2024. Con il nuovo anno anche il consumo europeo e americano dovrebbero invertire la rotta, tornando in segno positivo. Per le Americhe è atteso un incremento della domanda del 17,1%. Per l’Europa si prevede un incremento, del 4,2%.
Nel 2026, la domanda asiatica dovrebbe mantenere lo stesso ritmo di crescita del 2025 (+6,5%). Quella americana crescerà ancora ma a un ritmo più blando (+8,5%) mentre l’Europa dovrebbe accelerare l’intensità degli investimenti in nuove tecnologie di produzione rispetto agli anni precedenti (+5,7%).
La capacità di ripresa italiana nel 2025
Secondo le previsioni, dopo il crollo della domanda nel 2024, il 2025 dovrebbe essere un anno di svolta per l’industria della macchina utensile italiana che dimostrerà una forte capacità di resilienza e di ripresa. La crescita della domanda di investimenti in nuove tecnologie di produzione da parte degli utilizzatori italiani, si attesterà al 17,5%.
Uno degli strumenti che potrà favorire questa ripresa è rappresentato da Transizione 4.0 e Transizione 5.0, come sostenuto da Riccardo Rosa, presidente di UCIMU ha affermato: «Oggi le aziende italiane che intendono fare investimenti in nuove tecnologie di produzione hanno a disposizione due provvedimenti alternativi Transizione 4.0 e Transizione 5.0 decisamente interessanti e le risorse sono importanti. Il 5.0 arriva dopo una lunga ed “estenuante” attesa e sappiamo che l’effetto non potrà essere così diffuso come quello del 4.0 perché prevede regole e iter completamente differenti, i tempi di utilizzo sono stretti (scadenza 31/12/2025) e l’obiettivo del provvedimento è, in effetti, quello di premiare le aziende che sono pronte a lavorare sul risparmio energetico. Detto ciò, ora sappiamo quali sono gli strumenti a disposizione delle aziende».
Trend positivo per la macchina utensile anche nel 2026
ll trend positivo dovrebbe continuare anche nel 2026 sebbene con ritmo più contenuto (+ 4,2%). «Nell’attesa di vedere gli effetti di questo binomio – ha concluso il presidente di UCIMU – alle autorità di governo chiediamo di pensare già, per il 2026, a un programma di misure che possa nuovamente accompagnare lo sviluppo di innovazione della nostra industria manifatturiera con l’obiettivo di rafforzarne la competitività. L’esperienza ci dice che devono essere provvedimenti semplici, di facile comprensione e utilizzo, esattamente come è stato il 4.0 al suo esordio. Come rappresentante del mondo dell’industria, UCIMU è disponibile, come accadde per il 4.0, a partecipare ai tavoli di lavoro indetti dalle autorità di governo così da poter contribuire alla stesura delle norme portando il punto di vista delle imprese».
a cura di Maria Bonaria Mereu
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