Il presidente americano Donald Trump impone nuovi dazi del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio negli Stati Uniti creando incertezza nel commercio globale. Uno studio di Coface analizza le motivazioni dietro l’imposizione dei dazi americani, i rischi e le incertezze per il mercato globale.
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha imposto dazi del 25% su acciaio e alluminio importati negli USA, in vigore dal 4 marzo 2025. Un’analisi di Coface evidenzia le motivazioni alla base di questa decisione e le conseguenze economiche. Questa misura rientra nelle strategie protezionistiche già adottate durante il primo mandato Trump e aumenta l’incertezza nei rapporti commerciali tra gli Stati Uniti e i loro partner. Oltre ai dazi su acciaio e alluminio, il Presidente americano ha annunciato possibili dazi reciproci contro altri Paesi. Considerando il precedente del 2018, trattative bilaterali potrebbero avviarsi nei prossimi mesi per ottenere esenzioni, specialmente per Canada e Messico, principali fornitori di acciaio e alluminio agli USA. L’impatto sulla produzione e sull’occupazione negli USA potrebbe essere limitato, come accaduto tra il 2018 e il 2021, quando le aziende a valle hanno subito una perdita annua di 3,4 miliardi di dollari.
Motivazioni dietro l’imposizione dei dazi su acciaio e alluminio
- Estensione dei dazi del 2018: le misure rientrano nella Sezione 232 per la protezione dell’industria nazionale per motivi di sicurezza. Il nuovo provvedimento aumenta l’aliquota al 25% e include prodotti a valle come l’acciaio prefabbricato.
- Dipendenza dagli alleati nordamericani: il 50% delle importazioni statunitensi di acciaio e alluminio proviene da Canada e Messico. Nel 2024, il Canada ha contribuito al deficit commerciale di 7 miliardi di dollari per l’alluminio. Con questi dazi, Trump mira a ridurre la dipendenza dagli alleati e migliorare la bilancia commerciale.
- Declino dei prezzi dei metalli: il prezzo dell’acciaio è diminuito del 15% dal 2023. L’aumento dei prezzi, causato dai dazi, potrebbe essere assorbito più facilmente dal mercato attuale.
- Protezione dell’industria siderurgica negli stati chiave: Indiana, Ohio, Texas e Pennsylvania rappresentano quasi la metà della produzione di acciaio negli USA. La strategia di sostituire le importazioni con produzione interna rafforza il consenso politico di Trump tra i lavoratori del settore.
- Sovranità industriale: l’acquisizione di US Steel da parte della giapponese Nippon Steel ha sollevato dubbi sulla sicurezza dell’industria statunitense. Trump si oppone all’accordo per tutelare la produzione nazionale.
Rischi e incertezze per il mercato globale
- Effetti limitati sulla produzione e sull’occupazione negli USA: nel 2018, i dazi non hanno generato una crescita sostenibile del settore siderurgico.
- Forte dipendenza dall’alluminio canadese: il Canada esporta il 90% del suo alluminio negli USA, e trovare nuovi mercati sarà difficile a causa della sovrapproduzione cinese.
- Possibile vantaggio indiretto per l’acciaio cinese: il calo dei prezzi globali potrebbe rendere l’acciaio cinese più competitivo.
- Effetti a cascata sulle industrie a valle: i settori delle costruzioni (25% della domanda di acciaio) e dell’automotive (15%) subiranno aumenti di costo.
- Rischi per le economie emergenti: dazi reciproci potrebbero colpire duramente esportatori dell’America Latina e dell’Asia.
Le nuove tariffe su acciaio e alluminio, pur rafforzando la politica protezionistica statunitense, generano un clima di incertezza per l’economia globale e per i settori industriali a valle.
a cura di Maria Bonaria Mereu
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